martedì 19 aprile 2011

Bellezza e Libertà

Ho pensato di iniziare questa avventura nel  nuovo blog usando le parole di colui che ritengo un grande e soprattutto libero pensatore. Libero dentro perchè nella vita terrena è in carcere e da un po' non si sa più in che condizioni viva. Non è detto che sia ancora vivo... Quello che andrete a leggere è un estratto da Estetica e Libertà dell'uomo, tesi di laurea di Liu Xiaobo, scritta nel 1988. Un testo che secondo me è più che mai attuale. Come sapete Xiaobo è stato insignito del premio Nobel per la pace lo scorso anno. Decisione che ha suscitato lo "sdegno" del regime comunista cinese. Il premio è stato consegnato ad una sedia vuota ed è un'immagine passata alla storia.


L’uomo è nato libero, ma ovunque è in catene. Questa celebre frase di Rousseau ci ricorda che difficilmente l’umanità si può liberare dal suo tragico destino. Non bisogna credere che io inizi con questa frase tanto per sorprendere. Chiunque desideri realmente ripensare sé stesso, può credere che queste parole indicano soltanto una semplice verità. Tuttavia la paura istintiva dell’uomo la copre, strato dopo strato. Non importa che l’umanità, con chissà quanta intelligenza e abilità, nasconda questa semplice verità. Verrà un momento critico in cui l’intelligenza di qualcuno la svelerà, facendo così sospirare gli studiosi pavidi. Il sistema delle regole oggettive non prende mai in considerazione i desideri soggettivi. L’umanità non ha altra scelta che assecondare questi desideri o reprimerli, a prescindere da quanto essi siano virtuosi. Le regole della fisica hanno da sempre permesso […] che la vita si risolva in un meccanismo soggetto alle inevitabili regole del determinismo della materia inorganica, come una particella del cosmo infinito. Ma in tutto ciò: l’individuo? L’uomo ha l’intelletto, per questo si crede superiore agli animali e ritiene di poter dominare su tutte le cose del mondo. Attraverso il noumeno della metafisica e il dio della religione trascende le consuetudini secolari. Ma le infinite regole, leggi, norme, dogmi e teoremi stabiliti dalla ragione, costringono in maniera evidente l’esistenza a un appiattimento dottrinale, facendo sì che l’uomo sia così limitato dalle sue stesse creazioni da non riuscire nemmeno a muovere un passo. [...]


L’uomo ha creato una società nella quale solo combattendo la natura con tutte le proprie forze ottiene un certo grado di libertà ma, allo stesso tempo, egli è intrappolato da una rete tessuta da privilegi, leggi e morale – tanto da non riuscire più a liberarsi. I privilegi fanno sì che l’uomo sia passivo e servile; le leggi impediscono all’uomo di agire liberamente; la morale assegna all’uomo norme e regole di vita a cui tutti devono aderire. [...] La dialettica inconciliabile tra l’illimitatezza di ogni tipo di speranza e la finitezza propria dell’esistenza, determina infine che l’uomo si trovi spesso in un’eterna delusione, scissione, lotta interiore e, allo stesso tempo, in un’eterna speranza, aspirazione e ricerca. Proprio in questa continua alternanza tra speranza e delusione la vita dell’uomo acquista splendore. Ma allora: che cos’è la speranza dell’uomo? Dov’è? Come si può ottenere? Basta volerlo. Guardando con diffidenza l’universo e la società, i saggi dell’umanità spesso cadono in una delusione pessimista. La filosofia è eccessivamente astratta, la scienza è troppo fredda, la religione troppo oscura. Ma ciò che mi lascia attonito è che inaspettatamente l’umanità ha trovato una fessura, ha creato un istante in cui tutto si può superare e, sebbene essa sia misteriosa e breve, lirica e illusoria, essa svanisce come un sogno senza lasciare traccia. Ma nell’animo di moltissimi talenti, questo fugace momento sarà considerato eterno e illimitato. Questa è l’unica scorciatoia che l’uomo può percorrere per arrivare alla libertà: l’estetica. 

Confucio è il filosofo che più ha tenuto in considerazione le norme, eppure il suo “godere dello studio delle arti” ha come fine ultimo il controllo dei riti sul mondo e la costruzione di un governo benevolo. Per lui un’esperienza estetica è il limite più alto dell’esistenza: «a primavera inoltrata, i vestiti leggeri, con cinque o sei adulti col copricapo e sei o sette ragazzi, vorrei bagnarmi nel fiume Yi, godermi la brezza presso l’altare della pioggia e cantare, prima di tornare indietro» [Dialoghi, 11.25, ndt]. I filosofi taoisti invece si oppongono a ogni norma […]. Proprio una simile attitudine esistenziale ha prodotto la licenziosità dei costumi delle dinastie Wei e Jin [220-420 d.C., ndt] e le arti contemplative tradizionali cinesi come le poesie e le pitture paesaggistiche. L’umanità, risvegliandosi, ha poi scoperto la propria alienazione e, ancor di più, ha riposto sull’estetica la speranza di raggiungere la libertà. […] Nell’esperienza estetica le inclinazioni soggettive possono superare i principi oggettivi; la forza delle emozioni può superare i precetti razionali; il godimento spirituale può superare i desideri materiali; il destino individuale può superare le pressioni sociali. Solo così l’uomo può superare la limitatezza del proprio essere. Ma va ricordato che questo superamento è temporaneo e illusorio, quindi né eterno né reale. In altre parole, l’uomo quando è costretto in una realtà necessariamente limitata, decide di creare a livello illusorio una libertà illimitata. C’è chi ritiene che questa sia la “commedia” dell’umanità. Io ritengo che proprio questa irrisolvibile contrapposizione tra realtà e illusione dia vita al carattere tragico dell’esistenza.

Dopo aver letto questo scritto, provate a pensare che quest'uomo è in carcere per avere espresso delle idee, forse ha subito delle torture come già successo ad altri. Provate a pensare a chi dice che la Cina è un paese libero. Notate un po' di contrasto?
Queste sono parole che suscitano meraviglia. Parole meravigliose. Sappiamo così poco di gente come Xiaobo mentre conosciamo nei minimi dettagli tante cose di personaggi dei quali faremmo volentieri a meno.

10 colpacci:

Bah, perchè c'è qualcuno che dice che la Cina è un paese libero?
Sono proprio gli uomini di pace quelli che vengono più combattuti, uccisi e martirizzati ed è perchè la forza del loro pensiero dura per sempre e fa paura a quelli che li perseguitano.

Bellissimo pezzo, Inneres Auge, l'ultimo paragrafo che hai riportato me lo stampo e me lo tengo tutti i giorni davanti agli occhi, d'ora in poi! Per riflettervi costantemente sopra, e per cercare quell'equilibrio dal quale sono ancora tanto distante... Grazie infinite.

Ah, dimenticavo che ho trovato questo brano in "Saturno", settimanale di arte, scienza e cultura de "Il Fatto Quotidiano"

Pezzo illuminante per molti versi... dispiace sempre un po' far certe considerazioni su paesi che per millenni hanno anticipato e superato di gran lunga altre nazioni e che a causa di un regime totalitario e degradante per la dignità umana si siano ridotti ad essere definiti retrogradi! :( Buon inizio di avventura compagno *****

'La bellezza è verità e la verità è bellezza' diceva John Keats ed io aggiungo che solo la verità ci rende liberi, poichè la menzogna costringe ad indossare la maschera che copre la vera essenza, ergo 'La bellezza è libertà'!!!

eh, ma pure te che sul tuo blog di solito mi sembri cazzaro (nel senso buono del termine) qui mi ti ci metti a fare il serio? :)

bel post, anyways

Sai, l'avevo letto ieri sera, dal cellulare, ma nei rumori familiari, e poi sono tornata stamattina ma ancora di fretta ...finalmente ci sono tornata ancora, adesso, mi sono concessa 10 minuti solo per me. E mi son fatta questo regalo. Riempirmi della bellezza di Xiaobo.

Grazie Inneres...
è solo l'inizio, ma ho l'idea che "grazie" mi partirà di default ogni volta che entrerò in questo blog :)

Ed effettivamente questa nostra umanità ha avuto due storie parallele, quasi impermeabili: la nostra e l'Oriente. Chissà se un giorno queste due culture potranno compenetrarsi, che per adesso si è solo compenetrato il capitale

Sì, meraviglioso; una meraviglia che disarma; la cattività, paradossalmete, nutre lo spirito.
Grazie, Inneres; la sofferenza altrui è divenuta, purtroppo, infinita piacevolezza per me.

Marco: io sono sempre cazzaro
Ringrazio tutti ma vi avverto: troppi complimenti mi fanno arrossire

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